Dopo aver vissuto a Mosca per cinque anni e a Milano per quasi un anno, ho capito che le città grandi offrono tanti divertimenti, ma ci rubano la vita vera e l’abilità di riconoscere delle piccole gioie che spesso ci sfuggono di mano. Abbiamo sempre tante cose in testa, dobbiamo ricordarci di tutto e correre realizzando un sogno dopo l’altro per diventare più efficaci e coronati dal successo negli occhi della società.
Anche se personalmente cerco di non rimanere intrappolata dai questi trucchi della filosofia di città grande, un anno a Milano mi ha influenzato lo stesso, e per questo ogni fine settimana e quei giorni liberi che ho avuto durante il mio progetto SVE tentavo sempre di non stare ferma in un posto e così in 10 mesi ho visitato Slovenia, Croatia, Ungheria, Serbia, Svizzera, Francia, Germania, Marocco e anche molte città italiane (Cremona, Bologna, Rimini, Cinque Terre, Cagliari, Catania, Trieste, Venezia, Genova, Napolì… ). Ovviamente mi sento molto fortunata di averlo fatto (beh, chi si lamenta di viaggiare?). Ma anche se di solito il viaggio in sè cambia completamente la tua vita quotidiana e in questo modo ti permette di vivere «qui e ora» e godere di più dei piccoli piaceri della vita, quando «la festa» diventa un’abitudine, la magia dei tuoi spostamenti nello spazio esteriore sparisce e viene fuori la necessità dei movimenti interiori nello spazio della tua anima. Così ho rinunciato alla filosofia popolare «Più città, più paesi possibili in un giorno!» e mi sono interessata al turismo alternativo che mi darebbe occasione di ascoltare me stessa e imparare a vedere l’invisibile.

Quando ho saputo della Via Francigena, avevo una settimana libera di vacanze e per la prima volta non avevo l’idea di come approfittarne. Il pensiero del famoso Camino de Santiago, il mio sogno da tanti anni, ha avuto una nuova vita e così mi sono trovata in via dei pellegrini a Siena l’ultimo giorno di giugno.

Via dei pellegrini
Via dei pellegrini, Siena

In realtà la Via Francigena si tratta di un percorso di origine medievale che collega Canterbury(nel sud  dell’Inghilterra) a Roma, ma avendo solo 7 giorni a mia disposizione, ho scelto di iniziare il mio cammino da Siena per vedere la vera Toscana, quella conosciuta dalle cartoline, con le frecce verso il cielo di cipressi e le colline piene di girasoli ovunque.
E l’ho vista. E adesso vorrei condividerla con voi.
Val d'Orcia, Toscana
Val d’Orcia, Toscana

Prima di iniziare questo viaggio straordinario, avevo molti dubbi e aspettative. Per esempio, cosa faccio se mi perdo nei boschi essendo da sola? Oppure chi potrebbe assicurarmi che non ci sarà un maniaco sul sentiero lontano dalla gente?
Nessuno. Ma la vita stessa è un rischio, perché non rischiare allora di fare il pellegrinaggio da sola?
E poi aspettavo di conoscere altri pellegrini, perché tutte le persone che avevano fatto l’esperienza simile mi hanno rassicurato che non avrò problemi di fare l’amicizia con i compagni di cammino. In realtà come ho saputo dopo, la Via Francigena non è lo stesso Camino di Santiago, è un’esperienza diversa perché non è ancora molto conosciuta e per questo è meno frequentata dai pellegrini (dipende anche dalla stagione, perché ad agosto ci sono più persone in giro). Ma comunque non ero mai da sola, non mi è mancato il calore umano e innanzitutto avevo la possibilità di concentrarmi sul cammino e cogliere l’attimo fuggente in tutto il suo splendore.
Mi ricordo che quando io e un altro pellegrino facevamo la tappa di 32 km, in pieno sole, già distrutti dopo le salite e discese della giornata lunga che sembrava infinita, lui, scherzando, mi ha chiesto: «Qui ti ha fatto farlo? Avresti potuto sdraiarti sulla spiaggia e non sapere delle sofferenze del cammino». Veramente, perché farlo?
Il Cammino. La tappa San Quirico d'Orcia - Radicofani
Il Cammino. La tappa San Quirico d’Orcia – Radicofani

Per rilassare la mente tramite la fatica fisica, per sentire il rumore dei miei passi camminando (a Milano non è possibile), per perdermi tra mille girasoli.
Girasoli. La tappa Siena - Ponte d'Arbia
Girasoli. La tappa Siena – Ponte d’Arbia

Per dormire in conventi, per guadare un fiume, per ammirare i fiori di tutti i tipi lungo il cammino.
La tappa Radicofani - Acquapendente
La tappa Radicofani – Acquapendente

Per conoscere l’Italia dei piccoli paesini, per riempire i polmoni dell’ aria magica della natura che porta via tutta la fatica e i pensieri negativi, per imparare a essere e basta.
Quando abiti in una città grande, ti capita sempre di sentire che non sei riuscito a fare quello che volevi in tempo, che hai perso il tempo, e il tempo, come sappiamo, è il denaro. Nella natura invece il tempo non esiste, perché c’è solo il momento presente e tu. Anche se durante tutti quei giorni non ho lavorato e non ho fatto niente di importante, non mi sono pentita nemmeno per un attimo che ho perso il tempo, al contrario, l’ho guadagnato perché avevo il presente in mano. Questo però non vuol dire che mi ha ispirato di tornare alla vita quotidiana e rimanere a letto tutto il giorno, ma sopratutto cercare di fare il meglio e allo stesso tempo evitare di affrettarmi.
Ma la ragione più bella per fare il cammino e ammirare l’alba. Nelle città ci accontentiamo di vedere il tramonto che essendo la creatura della natura è comunque inspiegabilmente bello. Ma secondo me il tramonto rimane comunque sempre un po’ amareggiante (come diceva anche il Piccolo Principe), perché indica la fine, anche se solo di un giorno. L’alba invece è uno splendore senza fine e senza nessuna tristezza, e anche se tra un attimo sparisce, si trasforma e da la vita per il nuovo giorno, porta via tutte le fatiche del passato (anche se lo zaino ti fa male, ieri ti sei bruciata e a dire la verità, non sai cosa fare nella vita), invitando a festeggiare e regalare la gioia.
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L’alba sulla Val d’Orcia

Così ho scoperto che il mio compagno di cammino aveva ragione quando ha detto che camminare è diventato un lusso. Se prima il pellegrinaggio era per i poveri, adesso lo facciamo per riscoprire la vita vera e noi stessi, per capire che alcune cose sono impagabili e affrontare i nostri malesseri per poi tornare alla quotidianità di nuovo rilassato e forte.
E anche per raggiungere la pace interiore e l’armonia nascosta, perché non ci sarà pace nel mondo finché non ci sarà pace dentro di noi.
L'alba a Montefiascone, da dove sono tornata a Milano
L’alba a Montefiascone, da dove sono tornata a Milano

Una risposta

  1. che belle parole, che bei pensieri !
    E’ proprio vero che camminare ci fa ritrovare noi stessi. E l’aiuto della natura è importantissima pure.
    Sono contento che hai potuto fare tutti questi viaggi nel tuo SVE, Ksenia! Non fermarti mai! Il mondo è tuo!