È come fermare il vento, si possono rallentare ma…è solo questione di tempo.

Condividiamo questo pensiero, mentre ripercorriamo volti, incontri e storie di questo 2022, segnato dal ritorno terribile della guerra in Europa, ma che non ha reso meno gravi i respingimenti e le ferite delle Persone in Movimento sulle rotte migratorie, sulla Rotta Balcanica.

Riprendiamo le attività di OpetBosna! dopo l’ultima raccolta consegnata in giugno e la pausa estiva. Guardiamo a quanto abbiamo realizzato nei mesi scorsi, e cerchiamo di capire cosa possiamo ancora fare. Fondamentale è cercare di leggere la situazione sulla Rotta – gli aggiornamenti, i bisogni – ma anche valutare bene le energie che abbiamo. Pensiamo sia importante trovare nuove persone che vogliano impegnarsi con noi. Vogliamo organizzare degli incontri con questo scopo, è il momento giusto, anche considerando che la situazione sul territorio bosniaco è, ancora una volta, cambiata.

Oggi, mentre scriviamo, si tengono nuove elezioni in Bosnia Erzegovina per la presidenza tripartita e le rappresentanze dei cantoni, tra cui l’Una Sana di Bihać e Velika Kladusa. I media riportano rigurgiti nazionalistici, indipendentisti, un contesto dove la condizione delle Persone in Movimento non sembra trovare né la giusta attenzione né proposte orientate a una migliore accoglienza.

A Velika Kladuša i volontari dell’associazione No Name Kitchen con cui collaboriamo e cui diamo sostegno dal 2018, proseguono i programmi di aiuto verso chi è rifugiato negli squat. E ci riferiscono di numeri ridotti, nuovi arrivi più rari. I respingimenti violenti della polizia croata, le deportazioni verso il sud della Bosnia, o verso il nuovo campo di Lipa sono tra le cause del calo registrato negli ultimi mesi.

Ulteriori e più importanti deterrenti, sono già nel lungo percorso precedente: il passaggio tra Turchia e Grecia è quasi del tutto chiuso. Chi è arrivato in Grecia è spostato nelle isole con la promessa di veder valutata la domanda di visto e ottenerlo in tempi più rapidi di prima. Molti preferiscono sostare in questo limbo, appesi a questa speranza, piuttosto che intraprendere il cammino incerto e rischioso verso i Game della Rotta Balcanica dell’ovest. Tra Bihać e Velika Kladuša, No Name Kitchen conta circa 600 persone assistite dai programmi in essere, come Voucher 4 Food.

Molti hanno cercato nuove rotte, lungo la frontiera serba. Vi arrivano dalle mete medio-orientali afghani, siriani, pakistani, algerini, ma anche cubani con il visto per la Serbia. Le persone sono quindi oggi molto più numerose in quelle località, come a Subotica, al confine tra Serbia e Ungheria.

opetbosna

Ci ripromettiamo di arrivare fin là, senza dimenticare gli squat bosniaci. Ma la prima ricerca è per nuove energie: lanciamo un invito, una chiamata a lettori e lettrici di questa newsletter: unitevi a noi, incontriamoci e agiamo insieme, anche piccole azioni, con limitato impiego di tempo possono fare molta differenza!

Potete contattarci via mail o tramite facebook.

Per sostenerci con una donazione: bonifico a Casa per la pace Milano APS IBAN IT58C0359901899050188553432 (conto dedicato ai progetti di OpetBosna) o con PAYPAL.

OpetBosna!